Il Museo Achille Varzi al Castello di Galliate

Entrare nella Sala Museo all’interno del Castello di Galliate è un viaggio nella storia di Achille Varzi, campione dell’automobilismo sportivo e cittadino galliatese.

La grande mostra sul pilota è una ricca raccolta di cimeli a lui appartenuti, tra moto, ritratti, omaggi, foto, reperti della sua lunga carriera, raccolta con amore dal Moto Club Achille Varzi.

Il moto club nacque a Galliate nel 1924, per volere di Angelo, Anacleto e Achille Varzi, quando quest’ultimo, nel 1923, vinse il titolo italiano nella classe 350 cc, con il nome di Moto Lub Galliate.

Nel 1925 il club organizzò una prova del campionato italiano, per poi concentrarsi sulla carriera motociclistica e in seguito automobilistica di Achille Varzi, al punto che molti giornali dell’epoca parlavano diffusamente dei tifosi al seguito del campione nei vari circuiti italiani.

Dove i tifosi non potevano arrivare, era lo stesso Varzi che, con lettere e cartoline, li informava dei suoi risultati, come nelle trasferte nel 1947 e 1948 in Sud America.

Il 1 luglio 1948, a Berna, durante le prove del G.P. di Svizzera, Achille Varzi morì e un anno dopo il direttivo del moto club decise di intitolare il club a Varzi.

Gli anni successivi passarono nel vivo ricordo del Signore del Volante così com’era conosciuto in tutto il mondo, organizzando una serie di manifestazioni per alcune date, come nel 1958 e nel 1968, tra cui un motoraduno nazionale e successivamente pubblicarono un libro sul campione.

Nel 1998 il club presentò una rievocazione storica del circuito cittadino di Galliate, corso nel 1925, per le moto storiche.

Ma chi è stato Achille Varzi? Leggendario pilota di corse così diverse da quelle di oggi….

Achille Varzi nacque nel 1904 a Galliate, in provincia di Novara, in una ricca famiglia d’industriali tessili e cominciò a correre con le motociclette insieme al fratello Angelo, ma solo raramente si trovò a gareggiare su due ruote con Tazio Nuvolari, il suo futuro rivale.

Nel 1928 Varzi  decise di occuparsi di gare automobilistiche con il meccanico Guido Bignami e lo stesso Nuvolari, comprando una Bugatti Tipo35, ma ben presto fece saltare ogni accordo, incapace di convivere con la forte personalità di Nuvolari.

Fortunatamente la situazione finanziaria di Varzi era così solida che gli permise immediatamente di riprendere a correre a bordo di un‘Alfa Romeo P2, al punto che Nuvolari si trovò costretto a comprare un’auto simile per competere a pari livello.

Poi Varzi passò alla Maserati con cui nel 1930 vinse il titolo di Campione d’Italia e nello stesso anno riportò in patria la Targa Florio, da cinque anni in mano ai francesi, dopo una sfida a due con Louis Chiron.

Nello stesso anno però perse la Mille Miglia, alla guida di un’Alfa Romeo, battuto proprio da Nuvolari che si sarebbe avvicinato al rivale a fari spenti superandolo.

E’ il 1931 quando Varzi decise di tornare sulla Bugatti Tipo51 in coppia con Chiron, vincendo poi il Gp di Francia.

L’anno successivo dovette restare a guardare i trionfi di Nuvolari.

Nel 1933 finalmente i due piloti si trovarono faccia a faccia nel Gp di Monaco, dove rimasero attaccati per ben 97 giri, Nuvolari in testa per 66 tornate, Varzi per 34, fino alla vittoria del secondo, una rivalsa sul Mantovano Volante.

Nel 1935 fu scelto dall’Auto Union al posto di Nuvolari, che decise di tornare alla Scuderia Ferrari dell‘Alfa Romeo.

Ma, come accade per Nuvolari, Varzi dovette pagare un conto salato per il successo, ebbe una storia con la donna di un altro pilota,  abusò di stupefacenti e dal 1937 non corse più.

Otto anni dopo, Achille, più agguerrito come mai, tornò a vincere per due stagioni con l’Alfa 158 oltre a dimostrare il suo talento in Argentina dove divenne un idolo e fondò la scuderia Achille Varzi.  Scopri anche nuovi talenti, primo tra tutti uno che sarà un mito: Juan Manuel Fangio.

A 44 anni, il pilota era di nuovo in Europa per il Gp Svizzero sulla pista di Bremgarten a bordo della sua Alfa Romeo 158, ma il 1 luglio 1948, durante le qualifiche, a causa della pista bagnata, alla curva Jordenrampe, Varzi perse il controllo della vettura che sbandò e a 170km/h s’infranse contro le barriere e si capovolse.

Ai suoi funerali erano presenti 15.000 persone, e la sua bara appoggiata sulla scocca di un’auto da corsa fu meta di pellegrinaggio di tantissimi amici e ammiratori, che lo salutarono con questa frase “Achille, sei stato fermato quando stavi per attraversare le frontiere conosciute della velocità. Ora ti devi preparare per un’altra gara, l’ultima grande gara. Una gara senza pericoli, preoccupazioni o dolore. Buona gara, Achille”. 

Oggi l’Alfa P2 di Varzi, vincitrice della Targa Florio nel 1930, e’ esposta al Museo dell’Automobile di Torino.

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