Bicciolano e Bela Majin, le maschere di Vercelli

Bicciolano, con l’amata Bela Majin, è sempre il simbolo del Carnevale Vercellese, con una storia legata a contesti storici e leggende che si perdono nella notte dei tempi, ma sempre divertenti.

La collocazione storica delle due maschere risale alla fine del 1700,  nel contesto della rivoluzione francese che stava arrivando in Piemonte, mentre Vercelli era governata da una classe agiata e intoccabile che imponeva diverse tassazioni perseguendo unicamente scopi ed obiettivi personali.

In difesa del popolo si levò  una figura leggendaria di quei tempi che si scagliava contro le prepotenze dei governanti ed era Carlin Belletti, detto il Bicciolano.

La  protesta del giovane fu ben vista dal popolo, ma  sgradita ai potenti che lo fecero  rinchiudere per quasi un mese nel castello di Ivrea.

Quando fu  liberato, Carlin tornò a Vercelli e ancora oggi il suo nome evoca i valori di giustizia e uguaglianza.

In seguito re Carlo Emanuele cedette il Piemonte alla Francia, così Vercelli finì in mano ai soldati di Napoleone, che non riuscirono tuttavia ad incontrare i favori del popolo.

I vercellesi liquidarono  la nuova situazione con la frase “Libertè – Fraternitè – Egalitè… lur an carosa e nui a pé”.

Di Bicciolano si tornò a parlare nel 1809 quando, in una giornata di sole, sull’area del mercato vecchio i fratelli Nigra proposero il teatrino di marionette per il quale erano  molto apprezzati in città e lì c’era un burattino nuovo presentato  come Bicciolano, che gridò in dialetto vercellese il suo astio contro i soprusi e le prepotenze dei padroni.

La figura del giovane riapparve a metà dell’Ottocento, quando fu protagonista di una raccolta fondi a favore dei soldati feriti e in difficoltà.

Infine, nel 1859, anche Bicciolano partì per la guerra insieme ai coetanei vercellesi e con il suo fucile,  dove nella canna aveva  posto un fiore rosso donato dalla Bela Majin, a cui promise di tornare presto.

Ma il giovane morì sotto il fuoco degli austriaci e sul suo petto comparve un fiore, quello della sua amata Majin.

Da allora il Carnevale di Vercelli è ricco di personaggi illustri e storici che si sono ispirati ai valori di Bicciolano e Bela Majin, in cui i vercellesi si identificano.

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