Luigi Carnacina, un gastronomo di classe al Grand Hôtel et des Îles Borromées
Mi guardava, con la sua copertina che raffigurava la tavola di una trattoria romana, dalla libreria di mia nonna, quando non avevo ancora cinque anni, ma già leggevo, e mi divertivo a fantasticare sulle storie che raccontavano quei volumi cosi antichi.
Alla fine lo presi in mano e per me quelle illustrazioni coloratissime, quei nomi buffi come fettuccine e sartù, divennero parte della mia vita, avviando la mia lunga storia d’amore con il mondo della cucina italiana e non solo.
L’autore di quel libro, La buona vera cucina italiana, con Luigi Veronelli, era Luigi “Gigetto” Carnacina, per molti il più grande gastronomo del Novecento italiano, che visse una vita lunga quasi un secolo ed ebbe legami fortissimi con il Lago Maggiore e in particolare con il Grand Hôtel et des Îles Borromées di Stresa…
Carnacina nacque a Roma il 2 settembre 1888 da una famiglia di origine veneta e nel 1900, rimasto orfano, cominciò un percorso professionale che si rivelerà straordinario.
Diventato chef giovanissimo, attraversò l’intera Europa maturando un gran numero di esperienze e s’impadronì della lingua francese, allora necessaria nel mondo della ristorazione di alto livello.
Servendo la migliore aristocrazia del tempo, Carnacina lavorò al Ciro’s di Montecarlo agli ordini del grande chef Auguste Escoffier e negli anni tra le Due Guerre seguì il Maestro fino all’Ocean di Ostenda.
Nel 1933 Carnacina fu nominato direttore generale del Grand Hôtel et des Îles Borromées di Stresa e nel 1935 organizzò l’accoglienza di Mussolini e dei primi ministri di Francia ed Inghilterra, a seguito della prima Conferenza di Stresa, per poi viaggiare tra Venezia, Parigi, Londra e New York dove divenne il simbolo della gastronomia italica.
Inoltre nel 1937 il governo italiano lo inviò a Parigi a gestire il Ristorante Italiano all’Esposizione Internazionale, nei quaranta ettari del Campo di Marte.
Dopo la Seconda Guerra Carnacina tornò in attività e dalle conversazioni con Luigi Veronelli nacque il libro A’ la carte, a metà tra biografia e ricettario.
La sua notorietà è legata alla collaborazione con Luigi Veronelli nel 1961, con l’uscita del conosciutissimo ricettario Il Carnacina pubblicato dall’editore Garzanti.
Il Carnacina, versione breve del monumentale lavoro di Carnacina La grande cucina, è il racconto di tutta la sua esperienza in fatto di arte culinaria, che spinse Veronelli, con la possibilità di un’ampia divulgazione tramite i nuovi mezzi d’informazione, come la televisione, a far conoscere al grande pubblico il maestro romano della gastronomia.
Tanto successo è dovuto al modo di Gigietto di ottimizzare gli argomenti, in modo che cercare una ricetta, avere ispirazione o semplicemente trovare un consiglio, diventasse, per le massaie, molto semplice.
Consultare Il Carnacina dava inoltre la possibilità di trovare informazioni riguardo tutto ciò che ruotava attorno alla gastronomia, come gli strumenti necessari, tagli di carne, tipi di pasta, consigli nutrizionali e suggerimenti sulla preparazione della tavola per occasioni speciali, in tutti i suoi argomenti e sfaccettature.
Luigi Carnicina morì a Roma il 28 ottobre 1981.