La Regina Margherita, vivere a Stresa

Alla fine dell’Ottocento sul lungolago di Stresa, nel periodo estivo, spesso passeggiava la regina Margherita di Savoia, donna di gran classe, sposa del re Umberto e testimone di uno dei periodi fondamentali della storia dell’Italia moderna….

Margherita di Savoia nacque a Torino il 20 novembre 1851, primogenita del primo Duca di Genova, Ferdinando di Savoia – Genova e di Elisabetta di Sassonia,  al suo battesimo parteciparono il primo ministro Massimo D’Azeglio, il generale La Marmora e il Conte di Cavour.

All’età di quattro anni Margherite perse il padre,  rimanendo per gran parte della sua infanzia a Palazzo Chiablese con il fratello Tommaso, mentre la madre Elisabetta era stata confinata da Vittorio Emanuele II al Castello di Govone prima e alla villa di Stresa per aver sposato in seconde nozze senza autorizzazione un borghese ligure.

Il rapporto della principessa con la madre fu da subito piuttosto difficile, infatti Margherita mal sopportava la presenza del nuovo marito a corte in un periodo tormentato per il Piemonte di Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II, data la disfatta di Novara avvenuta nel 1849.

In quegli anni difficili per il governo, Margherita affinò le sue conoscenze, unendo un’educazione imbevuta della dottrina cattolica con approfondimenti e studi culturali.

Una volta regina,  fu in grado di influenzare fortemente il marito, il cugino ed erede al trono Umberto I di Savoia.

Margherita e Umberto si  sposarono il 22 aprile 1868 nella chiesa della Gran Madre a Torino e i festeggiamenti che seguirono coinvolsero tutti gli abitanti del capoluogo piemontese.

Mentre si trovava a Napoli nel 1869, Margherita diede alla luce il futuro Re Vittorio Emanuele III e in quei viaggi lungo la penisola, prima da principessa e poi da regina, non rinunciava mai ad accogliere la cultura locale.

A Roma, dove i principi ereditari arrivarono solo dopo la Breccia di Porta Pia nel 1871, Margherita si trovò a mediare i dibattiti tra i  funzionari italiani e l’ aristocrazia, legata ancora al Pontefice, ma divenne presto un punto di riferimento per la vita mondana e aristocratica di tutta Europa.

Nella vita personale, i rapporti della regina con il marito cominciarono a deteriorarsi irrimediabilmente dopo pochi anni di matrimonio.

Margherita decise presto di ritirarsi dal ruolo di moglie, restando accanto a Umberto  come sua consorte per il pubblico.

Nonostante la rottura, la collaborazione tra i due si rilevò di vitale importanza in più di qualche occasione politica, in particolare dopo la morte nel 1878 di Vittorio Emanuele II e di Pio IX.

Con l’obiettivo di accrescere il prestigio della Corona piemontese, la regina visitò ospizi per bambini e disabili, ospedali e scuole in tutta Italia.

Se le molte relazioni del Re Umberto erano noti a tutti nella corte,  la crescita e gli studi umanistici del giovane Vittorio Emanuele non migliorarono il rapporto madre-figlio, sia sul piano di vedute politiche che emotivo.

Inoltre la regina si oppose fermamente alla politica autoritaria del governo Crispi, ma si mostrava favorevole alla spedizione coloniale in Etiopia, nonostante la sconfitta di Adua del 1896.

Le conseguenze che seguirono l’assassinio di Umberto I a Monza nel luglio 1900, da parte dell’anarchico Gaetano Bresci, colpirono Margherita, che decise di lasciare il suo posto a Vittorio Emanuele III e a sua moglie Elena di Montenegro.

In qualità di regina madre non poté fare molto per influenzare la svolta liberale della politica del figlio, preferendo le sue opere di beneficienza.

Gli ultimi anni della sua vita  la regina li passò tra il castello di Gressoney e la villeggiatura in Liguria.

Margherita di Savoia morì a Bordighera il 4 gennaio 1926 e il viaggio del suo feretro al Pantheon fu l’ultimo segno della sua popolarità e dell’affetto che nutrivano gli italiani per lei.

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